sulla composizione
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Nel processo compositivo cerco di mettere in opera delle calibrate tensioni valutando l'energia pieno-vuoto che viene a generarsi ed agire nel campo di forza.
L’attenzione per la dinamica vuoto/pieno ha origine nell’ambito dei miei studi dell’architettura e dell’arte. Il vuoto, in termini geometrici ‘volume’, è parte integrante e sostanza stessa di ciò che lo definisce e lo contiene. Il vuoto è materiale di composizione, elemento di controllo dello spazio e del ‘sistema di spazi’ che via via determina. Esso esplicita l’attributo essenziale dell’architettura, la sua parte immateriale.
Nel mio lavoro sono interessata a rilevare come la forma riesce a caricare il vuoto, e come questo terzo e nuovo elemento che si realizza - il pieno attivato dal vuoto e viceversa - riesce ad ‘energizzare’ lo spazio fuori dell’opera.
Mi propongo la costruzione di una trama articolata che ispiri l'osservatore ad indagare l'opera seguendo la molteplicità dei suoi dinamismi e, altresì, lo coinvolga alla produzione di altre immagini nel proprio spazio mentale.
E' necessario comporre e poi frammentare, decostruire, rendere autonome alcune parti, creare bilanciamenti dinamici, e poi ancora ricomporre, ricontrollare i centri di massa e le relazioni che istituiscono, le assialità, e valutare le tensioni e le dissonanze che si generano dalle reciproche relazioni …
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